L'Incrociata è il cuore di Fontebranda e quindi, della Nobile Contrada dell'OCA. Oggi meno, ma negli anni Quaranta, e per qualche decennio ancora, il fatidico punto dove Via Santa Caterina (che precipita, dritta come un fuso, da Via delle Terme fino alle Fonti) viene attraversata da Via della Galluzza (che scende da Diacceto e poi risale col nome di Costa di Sant'Antonio verso la scalinata posta davanti alla Basilica di Santa Caterina), era il luogo deputato ci si riuniva non appena potevamo per chiacchierare, giocare, cantare, scherzare, fare casino, accapigliarsi, e insomma, come si direbbe oggi, "socializzare".
L'incrociata era il centro della Contrada e, anche non era niente di speciale (due strade che si intersecano) c'è da dire che aveva proprio tutto per piacerci visto che era dotata di un comodissimo scalino ad altezza decrescente (in modo che ci potessero sedere proprio tutti), e di una simpaticissima fontanina. Questa, chiamata da tutti: "la cannella dell'Incrociata", era una di quelle tipiche fontane comunali a forma di colonnino, dalle quali, girando una manopola d'ottone, l'acqua fuoriusciva dalla bocca di una lupa; ed era l'ideale per bere, lavarcisi i piedi, schizzarsi, riempirne secchi e tegami se a casa l'acqua mancava, e far divertire in qualche modo la combriccola di ragazzi che, a decine, si trovavano sempre, a qualunque ora del mattino e del pomeriggio, in quei paraggi.
Via della Galluzza e la cannella dell'Incrociata |
Io, che avevo la fortuna di abitare proprio a due passi dall'Incrociata, la consideravo un pò come un'estensione di casa mia dato che, come quasi tutti i miei coetanei, passavo quasi più tempo in strada che in famiglia ma c'è da dire che per me come per tutti gli ocaioli nati e cresciuti sulle "lastre" di Fontebranda, in quei difficili ma meravigliosi anni Quaranta e Cinquanta, l'Incrociata era il nostro regno.
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